dicembre 19, 2016

NON è QUI, NON è Là, NON è COSì. NON è QUELLO, NON è QUESTO.


Allora cos è?
Chi ci vieta di andare dove vogliamo?

Eugenio Bennato e Sandro Joyeux tra ritmi sega/maloya dell’Oceano Indiano mischiato con sonorità mediterranee ci raccontano l'indifferenza e la freddezza con cui ancora oggi si costruiscono muri e barriere per bloccare ed ostacolare la migrazione che dalla notte dei tempi caratterizza l'essere umano.

ottobre 06, 2016

A Silvia! Che gli ha salvato la vita 25 anni fa.

" Un piatto tipico delle tue parti?" " La porchetta di Ariccia!"
Juru Jean Hilaire, rifugiato politico in Italia dall'età di quattro anni, al suo venticinquesimo compleanno finalmente " gli hanno concesso la possibilità di essere cittadino italiano"

"è come se tu vai a casa e ogni cinque anni devi chiedere il permesso a tua mamma di stare a casa sua. Richiedere la cittadinanza è come chiedere a tua mamma dopo dieci anni di convivenza di poter essere suo figlio, pagare duecento euro ed aspettare due anni e mezzo."

Un giovane grande uomo che da vent'anni ogni giorno arricchisce le vite di chi incontra con la sua storia, la sua musica e la sua profondità.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/10/06/nuovi-italiani-sono-romano-de-roma-ma-per-21-anni-sono-stato-straniero-a-casa-mia/564670/?pl_id=564760&pl_type=playlist

agosto 19, 2009

“Pur si simplu vor sa-i”

La sediul Centrului de Tineret Cumularea Ponte Galeria "CentroX" se află pe un curs de alfabetizare, engleză destinate în primul rând la G2 (a doua generaţie) care participă la şcoală, dar şi pentru cei care doresc să înveţe sau să îşi îmbunătăţească abilităţile lingvistice şi de relationale. Cursul îşi propune să achiziţioneze o buna cunoastere a limbii şi să stimuleze potenţialul de creştere economică, de integrare şi de participare. În plus, obiectivul este de a dobândi aptitudinile de participanţi să-şi exprime opiniile tare, pentru a asculta, pentru a rezuma, de a media între diferite puncte de vedere. Ca orice lucru de la CentroX, cursul este complet gratuit.

Acest proiect este născut voinţa de care doresc să "aibă grijă", a copiilor care recent sa mutat aici, in Italia, promovarea de autonomie a copiilor, capacitatea de a colabora si de a dezvolta o înţelegere realistă de sine, prin joc, precum şi cunoştinţe de limbă şi cultură italiană, primul pas pentru o integrare eficientă.

Pentru a lua în curs trebuie să vă abonaţi la CentroX, Largo Domus de Maria 1, Tel: 066524173 şi cere Velia Gentile, creatorul şi administrator al cursului.

luglio 18, 2009

“Pur si simplu vor sa-i” “Basta volerlo” Progetto di alfabetizzazione italiana per ragazzi rumeni

Presso i locali del Centro di Aggregazione Giovanile di Ponte Galeria "Centro X" è attivo un Corso di Alfabetizzazione italiana rivolto principalmente alle G2 ( le seconde generazioni) frequentanti le scuole medie, ma anche a coloro che vogliono imparare o migliorare le loro capacità linguistiche e relazionali.
Il corso si propone di far acquisire una buona padronanza linguistica e di stimolare le potenzialità di crescita, di inserimento e di partecipazione. Inoltre l’obiettivo è far acquisire ai partecipanti le capacità di esprimere le proprie opinioni ad alta voce, di ascoltare, di riassumere, di mediare tra diversi punti di vista.
Come ogni attività del Centro X, il corso è completamente gratuito

Questo progetto nasce dalla volontà di voler “prendere in cura”, i ragazzi che da poco tempo si sono trasferiti qui in Italia, favorendo l’autonomia dei ragazzi, la capacità di collaborare e lo sviluppo di una realistica conoscenza di sé attraverso il gioco e la conoscenza della lingua e della cultura italiana, il primo passo per un effettiva integrazione.

Per poter partecipare al corso è necessario iscriversi al CentroX, Largo Domus de Maria 1, Tel: 066524173 e chiedere di Velia Gentile, ideatrice e responsabile del corso.

maggio 03, 2008

"Ferite invisibili”

da:http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/violenze030508.htm

Immigrazione/ Violenze, traumi e torture: ecco come soffre chi arriva nel nostro Paese



Traumi nascosti che non è facile individuare, lacerazioni che non si rimarginano. Tra gli stranieri presenti nel nostro Paese molti sono stati vittime di violenze e di torture di cui continuano a portarsi addosso i segni, e non solo dal punto di vista fisico. E molti altri arrivano per migliorare le loro condizioni economiche e in Italia si trovano incastrati in situazioni di forte disagio e sofferenza. È di queste persone che si occupa il progetto "Ferite invisibili” della Caritas diocesana di Roma, di cui a Roma è stato presentato un primo bilancio.

Si tratta di un'iniziativa nata nel 2005 per dare un supporto di tipo terapeutico e sociale agli stranieri colpiti da gravi traumi. Che non sono - come si potrebbe pensare – soltanto richiedenti asilo e rifugiati, ma anche migranti economici che per varie e diverse ragioni non riescono a sopportare la durezza dell"esperienza migratoria. Il progetto, che finora ha preso in cura circa 50 persone, si inserisce all"interno dell’area sanitaria della Caritas, dove dal 1983 a oggi hanno trovato assistenza circa 7 persone l’anno (di cui la metà nuove) per un totale di 90 mila individui. Sono 47 le persone prese in carico dal progetto "Ferite invisibili”, tra cui 34 uomini e 13 donne provenienti da 26 paesi diversi. E di questi 14 sono di nazionalità afgana, ma altri arrivano da Polonia, Cina, Romania, Ucraina, e quindi non si tratta di richiedenti asilo politico.



“Il progetto è nato in maniera sperimentale e senza nessuna pubblicità iniziale – racconta il supervisore Marco Mazzetti. – Si tratta di un campo nuovo e difficile e non volevano creare aspettative che poi non potevamo soddisfare”. Perché l’obiettivo è piuttosto ambizioso, e consiste appunto nella cura “delle persone con sintomatologia grave attraverso un intervento integrato psico sociale”. “All’inizio abbiamo fatto riferimento alle nostre case famiglia dove vivono richiedenti asilo e rifugiati con regolare permesso di soggiorno”, ricorda Salvatore Geraci, responsabile dell’area sanitaria della Caritas romana.



“Ma andando avanti abbiamo cominciato a rivolgerci anche a quelli che arrivano nel Poliambulatorio di via Marsala”. Infatti, quando gli operatori di una struttura di accoglienza o del Poliambulatorio percepiscono la presenza di ferite nascoste nella persona con la quale sono venute in relazione, contattano i referenti del progetto. “Dalle case famiglia ci segnalavano situazioni di persone completamente isolate e chiuse in stesse, di persone colpite da insonnia oppure da crisi di pianto, o in ogni caso in stato di grave sofferenza”. Tuttavia il progetto non si pone limiti ed è in continua evoluzione. “Man mano che ci rafforziamo – prosegue Geraci – ci apriamo anche ad altri campi”. Perché sono molti quelli che potrebbero avere bisogno di aiuto. Basti pensare alle badanti, persone particolarmente a rischio per lo stato di forte isolamento nel quale spesso si trovano a vivere e a lavorare.

In questo senso il progetto “Ferite invisibili” diventa anche un osservatorio molto particolare, che conferma quello che la Caritas va ripetendo da tempo: gli immigrati che arrivano in Italia sono sani, e spesso le cattive condizioni fisiche e psicologiche sono una conseguenza dell’esperienza migratoria. “La migrazione dove non è supportata da livelli di integrazione adeguati può causare traumi molto forti – spiega Geraci. – L’immigrato che viene qui è sano, molte patologie sono la conseguenza di gravi situazioni di disagio. E la terapia migliore non è costituita dai farmaci ma da percorsi di accoglienza e di inserimento”.

“Inoltre - continua il responsabile dell’area sanitaria della Caritas romana, “vivere da irregolari può causare dei traumi. Un’esperienza di migrazione non tutelata e senza il supporto di politiche di reale inserimento può creare seri rischi in chi la vive”. E allora un sistema di politiche inclusive è più conveniente per tutti. Visto che gli immigrati vivono in mezzo a noi tanto vale accoglierli bene. “E chi non vuol farlo per ragioni umanitarie lo faccia almeno per convenienza” conclude Geraci.

dicembre 03, 2007

"Oh oh oh... Buon Natale!"




Anche quest'anno il nostro simaptico vecchietto di duecento e più anni, ha bisogno del nostro aiuto. Il nonnetto saltellante e pacioccoso che regala doni, gioia e allegria a tutti i bimbi,perde sempre più colpi ogni anno che passa: non ricorda come si fanno gli auguri e come si dice il suo nome nelle varie lingue del mondo.
Il 24 dicembre, la notte della vigilia di Natale, è vicino e lui non può rischiare di rimanere muto dopo il suo grido di battaglia:"OH OH OHHH!"
Lancio un appello: telefonate, scrivete una mail, lasciate un commento, fate di tutto per aiutare il caro vecchietto che da anni si prodiga per la gioia e la serenità di tutti noi!
Scrivete come si dice BabboNatale e "Buon Natale!" nella vostra lingua così che possa urlarlo dalla sua bella slitta la notte di Natale dall'alto dei cieli.
M'impegno affinchè i vostri messaggi gli arrivino in fretta.
Buon lavoro e tanti tanti auguri a tutti e che quest'euforia natalizia non ci lasci una volta terminate le festività, ma che ci accompagni per molto molto tempo.
Un bacio! Ciao! SCRIVETE!!!!

novembre 21, 2007

Il Presidente Napolitano accoglie l'appello della rete G2

" La legge sulla cittadinanza è troppo restrittiva, bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana per tanti ragazzi e tanti giovani, figli di immigrati"



La rete di figli di immigrati "G2 Seconde Generazioni" ha consegnato oggi nelle mani del presidente Giorgio Napolitano una lettera per la riforma della legge sulla cittadinanza (legge 91 del 1992), in occasione della celebrazione della Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. A parlare al presidente e a consegnare l'appello per la riforma della legge è stato il diciassettenne Ian Kiggundu, studente del liceo scientifico Newton di Roma, che guidava la delegazione della rete di figli di immigrati. La delegazione, composta da bambini e adolescenti è stata ricevuta al Quirinale alla presenza dei ministri Rosy Bindi, Politiche per la famiglia, e Paolo Ferrero, Solidarietà sociale, e di Anna Maria Serafini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia. Durante la cerimonia hanno parlato anche bambini e ragazzi, accompagnati dal Gruppo partecipazione del Coordinamento Pidida (Per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che raccoglie oltre 40 Ong italiane).

"Crediamo che è anche a noi che lei si rivolge quando parla a tutta la popolazione - continua l'appello di G2 -. Per questo le chiediamo di fare in modo che tutti i figli d'Italia abbiano le stesse opportunità di partenza e possano avere le stesse aspirazioni e non restino degli Italiani con il permesso di soggiorno. Le chiediamo quindi di sollecitare il percorso della legge sull'accesso alla cittadinanza italiana che noi speriamo possa finalmente riconoscerci tutti dei pari rispetto ai nostri coetanei, figli di italiani, amici, compagni di scuola, vicini di casa, con i quali, spalla a spalla, stiamo già diventando adulti".



Alle parole e all'appello della rete G2 si è dimostrato sensibile Napolitano che ha concluso la cerimonia dichiarando: "la legge sulla cittadinanza è troppo restrittiva, bisogna aprire canali nuovi di accesso alla cittadinanza italiana per tanti ragazzi e tanti giovani, figli di immigrati".

Lettera integrale:
http://www.secondegenerazioni.it/forum/viewtopic.php?t=641